Nuove frontiere della mappatura partecipata: il progetto KiMap.

kimap access disabili

Fin dai tempi dei nostri primi Hackathon per mappare con i cittadini di Lecce i percorsi accessibili e parzialmente accessibili della città, ci siamo resi conto di quanto l’esigenza di mobilità e chiarezza di informazioni in merito sia sempre più importante non solo per i cittadini con disabilità.

Grazie ad alcune moderne tecnologie sempre più persone con impedimenti lievi o gravi e di vario tipo hanno aumentato la propria autonomia, diventando una crescente massa critica su ogni tipo di mercato, da quello turistico a quello elettronico, passando attraverso tutti gli altri generi di consumo.

Per questo rendere i luoghi, le città e gli esercizi accessibili “conviene” oltre ad essere “cool”.

Oggi vogliamo parlare di un prodotto tutto italiano, entrato di recente in commercio, che aiuta in modo pratico e veloce a rendere accessibili molti percorsi urbani e aiuta tutti i cittadini che vogliano mappare i percorsi e i luoghi accessibili.

Si tratta di KiMap, definito un “ecosistema digitale” composto da una app che offre delle mappe semplici come quelle che usiamo sul cellulare, ma con molte più funzionalità, fra cui quella di poter migliorare la mappatura grazie alla community degli utenti.

Disponibile gratuitamente su Google Play e Apple Store, da questa App è possibile selezionare un percorso accessibile sulla base del mezzo con il quale ci si sposta, selezionare il tragitto migliore in base alla qualità del suolo (perché una strada può anche essere senza e scale, ma un pavé di sanpietrini non è come una strada asfaltata) ed è infine possibile classificare su una scala da 1 a 9 la qualità del percorso attraversato, a vantaggio di tutti gli altri utenti.

percorsi difficili in sedia a rotelle

Mappatura continua

I realizzatori di questo sistema hanno implementato ulteriormente la possibilità di mappare i luoghi e la loro accessibilità attraverso un dispositivo in più, che permette all’utente di mappare in maniera “passiva” e semplicissima.

Il Kit IoT è un piccolo apparecchio che si può usare su sedie a rotelle, auto, triride o scooter. Una volta acceso, i suoi sensori ad altissima precisione analizzano ogni tipo di suolo e i suoi sistemi di GPS installati non ammettono errori di posizione.
Muovendosi con questo tool è quindi possibile mappare continuamente nuovi percorsi senza fare nulla se non muoversi.

Ribadiamo quanto già detto in un recente post:

In barba a chi crede che l’informatizzazione virtuale diffusa dei giorni nostri ci abbia allontanati dagli spazi geografici “reali”, noi crediamo che la possibilità odierna di mappare ogni luogo, inserendolo in delle categorie (accessibilità, infanzia, divertimento, restrizioni alimentari, mare, montagna ecc.) ci abbia resi più consapevoli e padroni dei nostri spazi.

Se possiamo e vogliamo mappare un luogo, vuol dire che lo sentiamo più nostro e sappiamo che appartiene anche agli altri. Leggi l’intero post.

Ma a chi è venuta questa bellissima idea?

Marco Scarselli e Lapo Cecconi, Kinoa Srl
Marco Scarselli e Lapo Cecconi, Kinoa Srl

Gli ideatori e sviluppatori sono i fiorentini Marco Scarselli e Lapo Cecconi

La loro idea di mappatura partecipata dei percorsi e delle barriere è stata premiata Tuscan Big Data Challenge, promossa da SoBigData (laboratorio formato da enti di ricerca quali il CNR di Pisa, l’Università di Pisa, la Scuola Normale Superiore e l’IMT Alti Studi Lucca).

Li teniamo d’occhio e vi teniamo aggiornati sui loro progetti e implementazioni!

Che ne pensate? Non è un progetto davvero cool?

 

 

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