Ai tempi in cui è possibile lanciare raccolte fondi su Facebook per i compleanni, il concetto stesso della vera raccolta fondi rischia di perdere il suo reale valore civico e la sua valenza sociale. Alcune regole per non “donare male”.
In un momento di certo complesso per tutta la società, italiana e anche su scala mondiale, le raccolte fondi tramite le piattaforme più disparate per le cause più fumose rischiano di togliere valore al concetto stesso della vera raccolta fondi. Questo è un dato con il quale tutto il mondo del terzo settore, del volontariato e delle cause civiche e sociali deve confrontarsi.
Negli ultimi anni sono nate sul web decine di piattaforme per raccogliere denaro con un semplice click da parte degli utenti; le motivazioni vanno dal sociale al finanziamento per le startup; tutte queste iniziative attraversano tutti i social e dunque la quotidianità di ognuno di noi.
Basta andare su Google e fare la ricerca “raccolta fondi” per vedere apparire decine di piattaforme dedicate solo a questo, dall’internazionale GoFundMe, che dal 2018 ad oggi ha quintuplicato il numero delle cause e dei soldi raccolti, alle consorelle italiane, davvero numerose.
I rischi della diffusione delle raccolte di denaro tramite il web

Se un tempo le campagne per la vera raccolta fondi per il sociale riguardavano prettamente i periodi natalizi e il periodo istituzionale del 5×1000 (che non è una raccolta fondi ma una scelta di destinazione di una quota del proprio reddito), adesso queste attraversano ogni periodo dell’anno, mischiando la comunicazione sociale alla comunicazione d’impresa e intrecciandosi con obiettivi fumosi di ogni tipo, magari anche meritevoli ma che non sono reali cause sociali.
Inoltre, da quando è possibile finanziare anche attività private e personali su Facebook, tramite una funzione inopportunamente chiamata “raccolta fondi”, la percezione del cittadino nei confronti della donazione è peggiorata: la vera raccolta fondi sociale rischia di perdere il suo valore ed essere cannibalizzata dalle miriadi di persone che chiedono soldi ai propri contatti per i propri compleanni e per delle “non cause”.
I soldi delle persone e dunque la scelta di donarne parte per una causa, è una cosa seria, sacra tanto da dover essere riutilizzata e non proposta in qualunque momento e con ogni mezzo, soprattutto in un momento di difficoltà e sensibilità collettiva.
Come scegliere se e a chi donare?
Alcuni consigli

I cittadini più generosi rischiano di essere intrappolati in circuiti comunicativi in cui tutti sentono di avere un buon motivo per chiedere “anche solo un euro” (frase che ricorre spesso in tutti gli inviti all’azione) e i meno avvezzi a queste dinamiche si sentono “ingenerosi” se non colgono l’invito a partecipare ad una causa utile, per così pochi soldi in così pochi click.
Chi lavora nel sociale sa bene che la raccolta fondi per una mission e un obiettivo è una cosa seria, e deve rispondere a parametri molto stringenti di
- trasparenza
- sicurezza
- tracciabilità (del passaggio da donatori alla causa finale)
- dimostrazione dei risultati.
Sappiamo bene che tutte le cause sociali sono valide e meritano attenzione, ma ricorda che non si dona solo ad una causa ma anche ad un intermediario, che destina il denaro raccolto alla causa.
Donare “anche solo un euro” per la costruzione di un orfanotrofio è lodevole, ma bisogna essere certi di sapere chi raccoglie quei singoli euro per un orfanotrofio e accertarsi che a fine campagna le donazioni siano quantificabili e i risultati documentati e visibili.
Ricorda che esiste il 5×1000,
la forma più corretta e trasparente per aiutare cause sociali

Ben diversa da una donazione, il 5×1000 è un razionale meccanismo di scelta civica per destinare una minima parte della quota IRPEF ad associazioni impegnate nel sociale. Si tratta di una somma che comunque lo stato tratterrebbe lo stesso, ma noi possiamo scegliere a chi devolverlo.
Anche Movidabilia è tra le associazioni alle quali è possibile destinare il 5×1000 (non usiamo la parola donare perché è fuorviante e non corretta).
Anche Movidabilia, in quanto associazione che opera nel terzo settore, è tenuta a alla trasparenza sull’utilizzo dei fondi del 5×1000.
Che cosa finanziamo con il 5×1000:
- Rendiamo accessibile a persone con disabilità la cultura (e anche il sano divertimento legato a concerti, festival, prendere il sole su una spiaggia, andare in un pub). Come? Acquistiamo dispositivi innovativi che mettiamo gratuitamente a disposizione di festival, teatri, musei come dimostriamo qui .
- Rendiamo gratuitamente accessibili eventi e luoghi non accessibili a disabili motori, come dimostriamo qui.
- Diamo supporto concreto a strutture che vogliono adeguarsi alla normativa sull’abbattimento delle barriere architettoniche nei locali pubblici, ma non hanno le competenze né i fondi per farlo, come da esempio in questo articolo e come da base di tutta la campagna Accessibility Is Cool.